Predazioni planetarie. Il racconto di Amitav Ghosh per un altro presente

Predazioni planetarie. Il racconto di Amitav Ghosh per un altro presente

Valentina Gentile 11 Maggio 2023

Lo scrittore e antropologo indiano nel suo ultimo libro, “La maledizione della noce moscata”, ripercorre le tappe che hanno portato l’economia occidentale a diffondere un modello predatorio che oggi genera la crisi climatica. A partire dalla vicenda di una spezia che scatenò già nel ‘600 uno delle pagine più atroci del colonialismo. La speranza di un mondo nuovo, intorno ai popoli nativi che ritrovano la propria identità

Copertina del volume "La maledizione della noce moscata"
Tag:
Autore:
Genere:
Editore:

L’altra storia del mondo inizia a Selamon, nelle isole Banda, nell’aprile del 1621, in una notte scura come “solo alcune notti delle Indie”. C’è una lampada che cade, quella notte, nella “bale-bale”, la sala riunioni requisita da Martijn Sonck, funzionario olandese della Compagnia delle Indie orientali. Un messaggio in codice, un segnale degli indonesiani per iniziare la rivolta.

Non è così, ma questo credono gli olandesi. Ed è il pretesto perfetto per scatenare l’inferno.

Comincia così l’ultimo libro dello scrittore e antropologo indiano Amitav Ghosh, La maledizione della noce moscata. Parabole per un pianeta in crisi: con lo schianto di una lampada che innesca una delle più efferate reazioni della storia del colonialismo. Uno sterminio, con Sonck e i suoi uomini che distrussero villaggi e decimarono un’intera popolazione di nativi per accaparrarsi, come da anni tentavano di fare, il monopolio dell’albero della noce moscata e dei fiori di garofano.

 

 

La parabola maledetta dell’incolpevole noce moscata, dono del vulcano Gunung Api agli abitanti del minuscolo arcipelago bandanese, è quella di un albero che diventa vittima, pretesto e simbolo di una storia di conquista e sfruttamento di terre lontane, popolazioni native, animali, natura. Una parabola di annientamento e una furiosa, “grande cecità” chiamata colonialismo, le cui conseguenze irreversibili sono arrivate ai giorni nostri.

Scritto a New York durante i vari lockdown pandemici e nel pieno delle proteste del movimento Black Lives Matter, il libro di Ghosh è uno strumento prezioso per capire “l’altra” storia, l’unica in grado di raccontare quanto l’odierna crisi climatica sia legata alla scoperta del Nuovo Mondo, alla corsa commerciale e alle rotte verso l’Oceano Indiano. Noce moscata, chiodi di garofano, pepe e altre spezie apprezzate per usi culinari e proprietà medicinali e conservative, erano già, ci racconta Ghosh, i primi feticci del capitalismo prossimo futuro:

«Forme primordiali di merce; erano apprezzate in quanto simboli invidiabili di lusso e ricchezza (…) esemplificazione dell’idea di Adam Smith secondo cui la ricchezza è una cosa che si desidera non per le soddisfazioni materiali che procura ma perché desiderata da altri».

La storia della Terra, divenuta terreno da arraffare, investire di nuovi significati (si pensi ai numerosi “New” con cui sono state (ri)battezzate le città americane e australiane) è una storia di trasformazione ecologica e topografica che ha stravolto flora, fauna, demografia e terreno di interi continenti europeizzati. Uno stravolgimento alla base della crisi ambientale. E allora, «Chi è un bruto e chi è pienamente umano? Chi produce significato e chi no?».

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Amitav Ghosh (@amitav_ghosh1)

 

Oggi, lo scrittore invita a stare con “i piedi per terra” e a guardare con interesse e speranza alle vittorie dei vari movimenti, in primis quelli nativi americani. Dall’Ecuador dei sarayaku contro una compagnia petrolifera ai maori neozelandesi che hanno ottenuto il riconoscimento del fiume Whanganui depositario di diritti legali come un essere umano. Fino ai sioux di Standing Rock, North Dakota e al loro territorio sacro profanato dai giacimenti di olio di scisto.

Certo, non è ancora abbastanza, ma sono segnali incoraggianti, che fanno intravedere la possibilità di un cambiamento necessario. Scritto con la consueta, irresistibile e inesorabile grazia, La maledizione della noce moscata è un saggio sotto forma di racconti che illumina con la forza della ricostruzione storica e la sapienza di uno stile unico e affascinante. Quello di «una mente brillante, penna vendicatrice, grande anima a cui siamo tutti debitori», per usare le parole di Naomi Klein citate nella fascetta del libro edito in Italia da Neri Pozza.

Un libro da leggere, consultare, ricordare, in questi tempi di crisi.

Condividi questo articolo: