Ogni settimana, in media, gli italiani gettano oltre 24 grammi di pane fresco ciascuno: più di un chilo l’anno, secondo i dati di Waste Watcher. Uno spreco molto grave sul piano etico oltre che su quello ambientale. Eppure basta poco perché ciascuno di noi possa fare la differenza e ridurre l’impatto del “nostro pane quotidiano”.

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Come vi proponiamo in questo vademecum con sette azioni concrete.
- 1. Ponderare bene l’acquisto del pane, sia per quanto riguarda la tipologia che il quantitativo: può essere utile preparare uno schema settimanale per pianificare meglio la spesa ed evitare sprechi.
- 2. Prediligere prodotti che si conservano più a lungo, come il pane integrale e il pane preparato con lievito madre.
- 3. Scegliere il più possibile pane prodotto con farine locali, meglio ancora se biologiche, e venduto sfuso, magari riutilizzando il sacchetto.
- 4. Conservarlo con cura: il pane va tenuto in un sacchetto di carta ben chiuso oppure avvolto in un canovaccio. Si dovrebbe evitare il più possibile di lasciarlo esposto all’aria e all’umidità. Se è fresco e ne avanza molto, può essere tagliato a fette e congelato, avendo cura di consumarlo entro alcune settimane.
- 5. Abituarsi a consumare il pane anche quando non è più fragrante: tostato o inzuppato nel latte a colazione, scaldato in forno o in padella, abbrustolito per preparare bruschette, crostini o friselle, utilizzato tal quale per guarnire zuppe e vellutate.
- 6. Trasformare il pane raffermo in pangrattato: basta tritarlo per alcuni minuti in un mixer alla massima potenza.
- 7. Ridurre il consumo di farciture di origine animale, aumentando quello di ingredienti vegetali: hummus e altre creme di legumi, verdure, tofu eccetera.