SCHEDA | Quanto pesa un chilo di pane? Foto: Freepik
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SCHEDA | Quanto pesa un chilo di pane?

L’alimento alla base della dieta mediterranea, fra sprechi, fertilizzanti e scelte di consumo, genera un impatto ambientale più elevato di quanto non immaginiamo. Come migliorare la filiera

Silvana Santo 4 Maggio 2025

Un chilo di pane? Pesa… un chilo direte voi. E invece no. Perché a causa di diversi fattori, produrre un chilo di questo prezioso alimento, alla base della dieta mediterranea, nel suo viaggio dai campi alla nostra tavola introduce una serie di impatti ambientali spesso invisibili ma tutt’altro che trascurabili anche in termini di emissioni climalteranti.

Il nostro spreco quotidiano

Il pane è uno degli alimenti più soggetti a sprechi, in Italia e non solo. Lo certifica, per esempio, il Lo spreco alimentare nei Paesi del G7: dall’analisi all’azione: il rapporto internazionale realizzato nel 2024 dall’Osservatorio Waste Watcher International con l’Università di Bologna e Ipsos. Dal quale si evince che ogni settimana, in media, gli italiani gettano nella spazzatura oltre 24 grammi di pane fresco a testa.

Pane sostenibile: infografica

Fonte: Waste Watcher International Observatory – Università di Bologna, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, dati ed elaborazione IPSOS

Un’app per le eccedenze

Un dato confermato da Too Good To Go, popolare app per la vendita online delle eccedenze alimentari, che stima, arrotondando per difetto, un chilo di pane all’anno gettato via da ciascun italiano. Per limitare questi sprechi, si sono diffuse iniziative imprenditoriali come quella di Too Good To Go, appunto, che permettono al consumatore finale di intercettare l’offerta di prodotti alimentari invenduti, acquistandoli ad un prezzo vantaggioso.

Pane sostenibile: immagine rappresentativa del servizio Too good to go

Foto: Too good to go

Molliche climalteranti

Quello degli sprechi da contenere è senza dubbio un aspetto significativo in tema di sostenibilità del pane fresco, ma non è l’unico e nemmeno il più impattante. Secondo uno studio di qualche anno fa dell’Università di Sheffield, è dalla coltivazione del grano, e in particolare dall’impiego di fertilizzanti a base di azoto, che dipende circa il 40% dell’impatto ambientale del pane stesso. Una singola pagnotta integrale di 800 grammi determina l’emissione in atmosfera di 0,589 chilogrammi di anidride carbonica equivalenti, di cui 0,281 solo per i fertilizzanti (dato riferito al Regno Unito).

Leggerezza bio

Anche se non esistono ancora dati specifici e definitivi sui vantaggi ambientali del pane bio, una risposta potrebbe arrivare dall’agricoltura biologica, che consente di abbattere l’impiego di fertilizzanti e pesticidi sintetici e la loro dispersione nell’ambiente, nonché dal recupero di cultivar di grano e altri cereali. Una recente ricerca dell’Università di Parma pubblicata sulla rivista Foods ha evidenziato proprio il ruolo che i miscugli varietali di frumento coltivati con tecniche biologiche potrebbero avere nel riuscire ad arginare la perdita di agrobiodiversità. Producendo peraltro delle farine con proprietà ottimali per la panificazione.

I quattro tipi di pane, prodotti con diverse tipologie di frumento, compreso quello biologico, testate nello studio.

I quattro tipi di pane, prodotti con diverse tipologie di frumento, compreso quello biologico, testate nello studio. Foto: Foods

Occhio al companatico

In base agli ingredienti, secondo la ricerca inglese pubblicata sul Journal of Sustainable Production and Consumption, l’impronta di carbonio di un panino preparato in casa oscilla in modo significativo: fra i 399 e gli 843 grammi di CO2 equivalenti. Le differenze dipendono dalla farcitura, che ha un ruolo decisivo sull’impatto del panino che scegliamo.

Pane sostenibile: un ragazzo mangia un panino

Foto: Monkey Business Images

Gli ingredienti più inquinanti sono i derivati animali: la carne, in primis, ma anche formaggio e uova.

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