Baku, al via la Cop29. Servirà per salvare il clima? Foto: Wikipedia
Clima

Baku, al via la Cop29. Servirà per salvare il clima?

Il vertice annuale dell’Onu riunisce nella capitale dell’Azerbaijan duecento nazioni per accelerare azioni contro il cambiamento climatico. Sfide centrali: ridurre le emissioni per contenere entro 1.5°C l’aumento della temperatura, erogare i fondi per il Loss & Damage e varare i nuovi piani climatici nazionali al 2035

Francesca Santoro 13 Novembre 2024

Fino al 22 novembre 2024 si tiene a Baku, in Azerbaigian, la 29° Conferenza sulle Parti – Cop29 – sui cambiamenti climatici. Un appuntamento annuale dal 1992, anno del Summit della Terra di Rio ed è uno dei tre filoni negoziali avviati in quella occasione, insieme a: Cop Biodiversità e Cop contro la desertificazione. Le Convenzioni di Rio procedono in parallelo per fare in modo che lo sforzo congiunto delle nazioni aderenti possa ripristinare l’equilibrio del pianeta.

A parteciparvi sono i circa 200 paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro dell’Onu sui Cambiamenti Climatici.

Gli obiettivi della Cop29

Obiettivo del summit è una profonda, rapida e duratura riduzione delle emissioni per rimanere al di sotto dell’aumento di 1.5°C di temperatura. Il tempo però stringe, occorrono corposi e celeri investimenti. Per questo il Piano della Presidenza della COP29 si basa su due pilastri paralleli: “rafforzare l’ambizione”, per garantire che tutte le parti si impegnino in piani nazionali ambiziosi e trasparenti e “consentire l’azione” , mettendo al centro la finanza, strumento fondamentale per ottenere gli obiettivi preposti e affrontare le perdite e i danni.

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Al centro del vertice c’è anche il Fondo Loss & Damage, istituito alla Cop27 di Sharm el-Sheikh dovrebbe raccogliere e distribuire risorse per i paesi più vulnerabili all’indomani di eventi estremi innescati dalla crisi climatica. Centrali anche i nuovi piani nazionali di azione climatica con orizzonte 2035: dalla qualità dei Contributi Nazionali Volontari dipende il rispetto degli obiettivi di 1,5°C e 2°C fissati a Parigi.

La finanza al centro

Quest’anno i negoziati riguarderanno segnatamente il dossier della finanza per il clima che ridefinirà il patto politico coi paesi più ricchi finora restii a fissare un ammontare complessivo. Infatti prima vorrebbero allargare la platea dei paesi tenuti a contribuire – la lista Unfccc è la stessa stilata nel 1991, economie oggi emergenti ne risultano escluse pur avendo ormai la possibilità di garantire le risorse finanziarie a supporto delle politiche di mitigazione e adattamento di paesi con economie più deboli.

Intesa da trovare

Il Nuovo Obiettivo Quantificato Collettivo (NCQG) aggiornerà l’obiettivo globale – il precedente prevedeva 100 miliardi di dollari fino al 2025 – per permettere la mobilitazione di risorse sufficienti e assicurare che vengano destinate ove più occorrono. Operazione complessa: durante i round negoziali pre-Cop è emersa chiaramente la mancanza di un’intesa sui punti fondamentali.

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Difficile stabilire il nuovo obiettivo globale, decidere chi debba contribuire e chi ricevere questi finanziamenti, il tipo di finanziamento da preferire e la quota riservata alla mitigazione o all’adattamento. Ad oggi si registra un netto sbilanciamento che rende ancora più esposti i paesi già vulnerabili.

Risorse pubbliche e private

Solo 73 miliardi sono stati concessi a fondo perduto e 76 miliardi con tassi agevolati. È necessario canalizzare investimenti privati che completino quelli pubblici. Lo scorso anno l’Unione europea ha investito 28,6 miliardi di euro di finanziamenti per il clima da fonti pubbliche e 7,2 miliardi da fonti private. Secondo il Climate Policy Initiative i finanziamenti climatici hanno raggiunto una cifra complessiva stimata in 1,5 e 1,6 trilioni di dollari nel 2023.

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Tuttavia, nel frattempo, sono aumentati annualmente gli investimenti nei combustibili fossili – che, nel 2023, hanno raggiunto 1,1 trilioni di dollari – e i sussidi ai consumatori di combustibili fossili – che hanno raggiunto il record di 1,4 trilioni di dollari nel 2022. In questa sfida economica al sostegno di azioni di contenimento delle temperature e di politiche di mitigazione e adattamento, la COP29 rappresenta un momento cruciale per affrontare il cambiamento climatico e costruire un futuro sostenibile.

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