Fiori, avvertenze per l’uso: quali si mangiano e come Foto: Canva
Alimentazione

Fiori, avvertenze per l’uso: quali si mangiano e come

Con i fiori si possono preparare molte pietanze. Ma non tutti si possono mangiare, anzi: alcuni sono decisamente pericolosi. E solo alcune parti si possono ingerire. Le regole dell’alimentazione alla base di questi gustosi e colorati ingredienti

Silvana Santo 10 Luglio 2023

Alcuni fiori eduli, come i fiori di zucca e di zucchine, sono utilizzati da sempre in varie ricette della nostra tradizione e arrivano in tavola con molte declinazioni locali. Altri, come il timo o lo zafferano, vengono impiegati come spezie, altri ancora si usano in genere nella preparazione di decotti, tisane, distillati e sciroppi: è il caso ad esempio dei fiori di sambuco, di malva, della calendula, della camomilla e del mirto.

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In qualche caso illustre, come il carciofo o il cavolfiore, la maggior parte dei consumatori non è probabilmente nemmeno al corrente di mangiare un fiore a tutti gli effetti.

Per quanto riguarda invece le nuove tendenze floreali della cucina vegetale e non solo, spiccano fiori come l’aglio selvatico, la borragine, la pratolina, il gelsomino, il dente di leone, il nasturzio e la lavanda, impiegata anche nella preparazione di dolci e altre pietanze, oltre che in cosmetica e in erboristeria.

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Quali parti mangiare

In linea di massima, la parte commestibile dei fiori eduli è rappresentata esclusivamente dai petali, mentre è preferibile scartare semi, gambi, stami e pistilli, che potrebbero dare problemi di indigestione o addirittura d’intossicazione. Nel caso del narciso, per esempio, i bulbi sono velenosi, mentre per quanto riguarda il glicine è assolutamente da evitare l’ingestione dei semi e del gambo.

 

I bulbi di narciso (Foto: Canva)

I bulbi di narciso (Foto: Canva)

Come acquistarli

Prima di utilizzarli nella preparazione di un piatto, i fiori vanno lavati accuratamente. È inoltre importante accertarsi che non siano stati trattati con pesticidi nocivi. Per questa ragione, non è consigliabile portare in tavola fiori provenienti dai tradizionali mercati o vivai e che non siano segnatamente destinati al consumo alimentare. Si possono trovare fiori eduli certificati online, nelle erboristerie o in negozi di prodotti biologici, ma vista la difficoltà di reperirli si può anche optare per la coltivazione diretta in giardino o in balcone, magari con l’ausilio di una piccola serra, in modo da evitare completamente il ricorso a pesticidi e concimi di sintesi.

Una volta raccolti o acquistati, i fiori vanno usati e consumati freschi, o al massimo conservati per poche ore in una ciotola d’acqua in frigorifero.

 

Foto: Canva

Fiori proibiti

Alcuni fiori non solo non possono essere considerati edibili, ma risultano addirittura tossici o velenosi. Possono causare disturbi gastrointestinali più o meno gravi, irritazioni e bruciori, ma anche problemi neurologici, disturbi del ritmo cardiaco, emorragie, convulsioni e – se le quantità ingerite sono significative – addirittura la morte. Va da sé che non bisogna in alcun caso ingerirne i petali né altre parti, e occorre fare estrema attenzione anche al comportamento di bambini piccoli, cani e altri animali domestici.

 

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È il caso, per esempio, dell’aconito e del ranuncolo, del mughetto, dell’oleandro, ma sono velenosi anche i fiori di azalea, di ortensia e di digitale.

Per non parlare di quelle essenze, come la cicuta e la belladonna, che per le loro potenti proprietà sono note da secoli sia come fitoterapici che, appunto, come veleni letali. Vale sempre il principio di massima precauzione: prima di assaggiare un nuovo piatto “fiorito” è necessario documentarsi sulle caratteristiche della pianta. Nel dubbio, meglio evitarne il consumo, limitandosi al massimo a utilizzare corolle e petali solo a fini decorativi.

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