In passato ogni casa di campagna aveva un esemplare di questo albero, perché si pensava tenesse lontane streghe e sfortuna. Primo a fiorire e ultimo a maturare, era usato dai contadini per scandire le stagioni e una buona fioritura veniva considerata buon auspicio per il raccolto. Il suo frutto, la nespola, ha una forma inconfondibile, tondeggiante ma lievemente allungata. E un colore che può essere bruno-ruggine o arancio, oltre a un sapore lievemente acido. Di varietà ne esistono tante, ma quella ormai più comune arriva dal Giappone (Eriobotrya japonica) e si può cogliere a fine maggio, con frutti tra il giallo e l’arancio da consumare freschi.
Scopriamo qualcosa in più su questo frutto bellissimo, simbolo di pazienza e buona sorte, dall’aspetto e dal sapore particolarissimi.
Un po’ di storia
Si ritiene che le prime coltivazioni di nespolo risalgano al I millennio a.C. lungo le rive del Mar Caspio. Da qui si diffuse in Asia Minore per raggiungere poi Grecia e Italia. Era già conosciuta in epoca romana ed ebbe massima diffusione nel Medioevo, perché entrò a far parte della farmacopea domestica grazie alle sue qualità come febbrifugo, astringente e regolatore delle funzioni intestinali e diuretico.
È celebre il detto “Col tempo e con la paglia maturano anche le nespole”, sorta di rivisitazione del proverbio “la pazienza è la virtù dei forti”, a indicare la peculiarità delle nespole, quella di farsi aspettare, perché possono essere mangiate dopo un periodo più o meno lungo dopo la raccolta.
Europea o giapponese?
Il nespolo europeo (Crataegus germanica), negli ultimi due secoli è stato rimpiazzato da quello giapponese (Eriobotrya japonica), dal quale si distingue per l’aspetto, con frutti che sembrano dei piccoli pomi, dalla buccia ruvida e il colore verde-grigio-marrone chiaro, coperti di solito da una finissima peluria. Il periodo migliore per la raccolta delle nespole “europee” è ottobre o novembre e non sono immediatamente commestibili ma devono maturare per settimane nei granai, su letti di paglia. Devono infatti fermentare per ammorbidire la polpa e liberare gli zuccheri.
Un tempo erano l’unico frutto dolciastro commestibile in inverno. Le nespole giapponesi, invece, si consumano già alla fine di maggio, a maturazione non completamente avvenuta: oltre al “look” diverso, più glabro e giallo-aranciato, hanno un sapore acidulo ma meno astringente rispetto l’altra specie, perciò meglio sopportabile anche se non pienamente maturo .
Proprietà e controindicazioni
Nelle nespole sono presenti fibre, soprattutto pectine, che possono agire da lassativo, ridurre l’assorbimento di colesterolo e favorire la protezione del colon. La presenza di vitamina A poi, aiuta a mantenere integre le membrane mucose e la pelle. Contengono proteine, lipidi, vitamina C, minerali come potassio, fosforo, magnesio e poi sodio, manganese, zinco, selenio e rame. I flavonoidi presenti hanno potere antiossidante mentre il potassio aiuta a proteggere la salute cardiovascolare e la pressione del sangue. Altrettanto importanti come antiossidanti sono il manganese, ferro e rame necessari per la produzione dei globuli rossi.
Ma i semi delle nespole contengono anche molti alcaloidi tossici (come i glicosidi cianogeni) che possono scatenare sintomi gravi tra cui vomito e difficoltà respiratorie.
Da mangiare (anche) salate
Le nespole, dunque, sono frutti benefici per la salute e con un buon profilo nutrizionale. Le calorie non sono eccessive (32 Kcal per 100 g), cosa che le rende ideali durante la dieta per perdere qualche chilogrammo di troppo. Si possono ovviamente mangiare crude, ma i loro usi in cucina sono molteplici. E non necessariamente “dolci”, al contrario di quanto si potrebbe pensare.
Dopo essere state bollite e frullate, sono, ad esempio, ottime e originali in forma di puré. Perfette per accompagnare dei formaggi, oppure, per chi vuole, carne o pesce. Tagliate a fettine si possono aggiungere all’insalata, insieme alla frutta secca e a un formaggio come la feta.
Dolci e da bere
Posto che, a conti fatti, la maniera più gustosa, sana e efficace per trarre beneficio dalle numerose proprietà è sempre quella di mangiarla come frutta, dunque “cruda”, la nespola si presta anche a molte ricette “classicamente” dolci. Ovviamente la cosa più facile è la marmellata. Ma è ottima anche fatta a pezzi e cotta nell’impasto di torte, esattamente come si fa con prugne o albicocche. Come non sperimentarla poi in uno sfiziosissimo cheescake con base di amaretti che si sposano perfettamente con il suo retrogusto acidulo?
Infine, da provare è sicuramente il liquore di nespole, dal sapore simile proprio all’amaretto.