Preservare la biodiversità e contrastare la sua perdita è possibile anche salvaguardando il suolo. Lo sentiamo dire sempre più spesso ma la sua impermeabilizzazione indebolisce la capacità di prevenire frane, mitigare l’impatto delle alluvioni e provoca danni economici per oltre 400 milioni di euro l’anno. Ce lo ha ricordato anche l’Ispra (l’ente pubblico per la protezione e la ricerca ambientale) nel rapporto che fotografa lo stato di salute degli ambienti naturali dell’Italia: ogni 24 ore perdiamo una superficie di suolo equivalente a 28 campi da calcio (20 ettari al giorno).

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Ripristinare la natura
Ma dal 2024 esiste uno strumento normativo per contrastare il consumo di suolo: la Nature Restoration Law, prima regolamentazione europea sul ripristino della natura, approvata in maniera acrobatica nel giugno 2024. Il 18 agosto scorso è entrata in vigore obbligando gli Stati membri a recuperare il 20% degli ecosistemi terrestri e il 20% degli ecosistemi marini del territorio dell’Unione entro il 2030, per poi ripristinare il totale degli ecosistemi degradati entro il 2050.
La sua più originale novità sta nel fatto che essa fa riferimento, oltre che agli ecosistemi terrestri, costieri, di acqua dolce, marini, agricoli e forestali, anche a quelli urbani. Questo apre uno scenario di ripristino possibile dei suoli nelle città e nei borghi, immaginando interventi che restituiscano alla natura superfici sottratte da secoli.

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Obiettivo 2031
Proprio a riguardo delle aree urbane, gli Stati membri devono provvedere affinché, sino al 2031, non si registri alcuna perdita netta della superficie totale di alberi, boscaglie, arbusti, vegetazione erbacea permanente. E dopo questa data, affinché vi sia un aumento degli spazi verdi, anche mediante la loro integrazione negli edifici e nelle infrastrutture cittadine. Le pubbliche amministrazioni lo sanno bene e nei loro piani ci sono obiettivi e strategie che vanno in tale direzione, a partire dalla piantumazione di alberi. Restituire suolo ai centri urbani, insomma, è una delle azioni in agenda.

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E in Olanda hanno inventato un gioco per ripristinare ettari di terreno in città. Vogliamo vedere come funziona?
1. Chi può partecipare
E presto detto. Questa curiosa competizione si intitola NK Tegelwippen, (letteralmente “Sollevare piastrelle”) esiste dal 2021 e lo scorso anno ha portato a rimuovere ben 5.552.043 piastrelle in tutta l’Olanda. Si tratta di una gara a cui tutti coloro che possiedono un giardino o un’area privata en plein air possono partecipare. Un modo per affermare il principio per cui ognuno può fare la propria parte. E consiste nel rimuovere autonomamente piastrelle e lastricati presso le proprie aree.
Ogni piastrella misura 30 x 30 centimetri, quindi tutte le superfici più piccole o più grandi devono essere convertite in questo formato. In un metro quadrato ce ne sono undici. Perciò quelle rimosse nel 2024 corrispondono a più di 504.000 metri quadri. E dall’inizio della competizione i calcoli dicono che ne sono state eliminate 14.475.439, ossia più di 1 milione e 300mila metri quadri, equivalenti a quasi duemila campi di calcio.
Esempi di riutilizzo creativo delle piastrelle
2. Gli organizzatori
L’NK Tegelwippen fa parte della campagna Un’Olanda più verde inizia nel tuo giardino!, è sostenuta dal Ministero delle infrastrutture e della gestione delle acque e da Ons Water, un consorzio di soggetti pubblici e privati che punta a educare sul corretto utilizzo della risorsa idrica. È stata ideata nel 2020 dall’agenzia Frank Lee in collaborazione con il collettivo Dus Wat Gaan Wij Doen. E l’invito ad agire per un’Olanda più verde è ovvio visto che quando le piastrelle vengono sostituite da erba, aiuole, alberi e giardini pensili, i Paesi Bassi diventano più verdi da molti punti di vista, ossia più climaticamente sicuri, più accoglienti per insetti e animali, più freschi nelle giornate calde eccetera.

I volontari costruiscono il giardino più lungo dei Paesi Bassi davanti all’edificio De Kroon di Rotterdam, in una competizione preliminare nel 2020. Foto: NK Tegelwippen
3. Come funziona
La competizione si svolge in autunno, le date nel 2025 vanno dal 21 al 31 ottobre. In quei giorni tutti coloro che aderiscono possono inserire in un calcolatore comunale i pezzi rimossi. Questo calcolatore permette di decretare ogni anno il Comune vincitore secondo tre categorie: quelli oltre 100.000 abitanti, quelli tra 50.000 e 100.000 e poi i più piccoli sotto i 50.000. Ma esiste anche una classifica per singoli cittadini che si distinguono per numero di pezzi rimossi.
Un tutorial aggiuntivo permette di comprendere la procedura e un servizio di avvio a riciclo per le piastrelle rimosse, garantito dal comune, conferisce ordine al tutto. E non potevano mancare suggerimenti per ripristinare l’area per chi vuole coltivarci piante adatte e in grado di prosperare in base alla posizione, al microclima, all’esposizione ai venti e al sole. Infine storie di best practice di altre città, idee per praticare buon giardinaggio coinvolgendo figli e nipoti e anche per risparmiare acqua (riutilizzandola).
Guarda il video di presentazione della campagna
Perché anche questo è nudge
Questa iniziativa è davvero ricca di ingredienti nudge, vale a dire l’approccio fondato sulla “spintarella gentile” che permette di ottenere effetti virtuosi, a partire dal gioco e dalla competizione, che valorizza il senso di comunità, oltre che l’impegno del singolo cittadino. Entrambi sono promossi infatti con interviste, foto, campagne sui social (immancabili). Intorno ai cittadini si innesca quindi una virtuosa lente di attenzione finalizzata a spingere la cooperazione che diventa vincente anche per la collettività, con feedback sempre rilevanti. E l’aiuto offerto per ridurre gli attriti e rendere facile l’intera operazione merita un plauso.

Foto: NK Tegelwippen
Insieme ai suggerimenti per rendere fertile quel pezzo di terra che rischierebbe altrimenti di restare brullo e incolto.