I sei mesi del bambino sono il momento giusto per iniziare lo svezzamento, in accordo col pediatra. Questo è valido per bimbi senza problematiche particolari, nati a termine e con un corretto accrescimento, anche in caso dei più comuni problemi gastrointestinali come reflusso gastroesofageo e coliche.
Non ci sono particolari indicazioni, in assenza di complessità, per iniziare prima o dopo di questo periodo lo svezzamento. Ma è bene seguire alcune indicazioni utili per il benessere del bambino.

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Vediamo allora, un passo dopo l’altro, come vivere questo importante momento dello sviluppo…
Primo, seguire un approccio personalizzato
Il nostro primo consiglio è quello di avere un approccio personale, ritagliato sul proprio bambino e sulla propria famiglia. Si può iniziare in modo tradizionale con le pappe, oppure più attuale con l’autosvezzamento, o ancora con un mix tra i due. L’approccio più giusto ci sembra quello dell’Organizzazione mondiale della sanità, cioè l’alimentazione complementare: affiancamento al latte materno o in formula di nuovi alimenti con consistenze e sapori diversi, per andare a soddisfare i fabbisogni dei bimbi, che crescendo non sono più coperti dal solo latte materno.
IL BAMBINO A 6 MESI

Elaborazione: Terranea
Secondo, scegliere gli ingredienti giusti
Vediamo per punti questo delicatissimo aspetto:
1. Non esiste più quello che veniva chiamato cronoinserimento, cioè una tempistica precisa per i singoli alimenti. Restano invece degli alimenti che non vanno proprio dati fino ad una certa età. Il nostro consiglio resta quello di inserire gli alimenti nuovi a pranzo o nel corso della giornata, non nel pasto serale, perché di notte mentre il bimbo dorme non ci si accorgerebbe di possibili reazioni allergiche, che possono avvenire da pochi minuti fino a 2 ore dopo l’assunzione del cibo. Vanno inseriti alimenti nuovi ogni 3 giorni circa, in modo da capire cosa eventualmente dia fastidio e bisogna aspettare più assaggi, perché la reazione indesiderata può avvenire anche dopo 2 o 3 volte e non al primo inserimento
2. Non usare alimenti contenenti zucchero, eccezion fatta per la frutta che contiene naturalmente zuccheri, quindi bisogna fare attenzione anche agli ingredienti dei prodotti per l’infanzia che si acquistano
3. Non aggiungere sale, in ciò che viene cucinato, anche in questo caso un occhio alle etichette non guasta
4. Conoscere i tagli sicuri, per ridurre il rischio di soffocamento
5. E infine, cosa evitare:
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- zucchero e sale
- miele per il rischio di botulismo
- latte vaccino fino ai 12 mesi
- formaggi da latte crudo
- bevande zuccherate o succhi di frutta
- pesce di grossa taglia
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Terzo, monitorare la reazione del bambino
Ci saranno bambini che continueranno a preferire il latte e introdurranno piccole quantità di cibi solidi o altri che preferiranno immediatamente gli alimenti nuovi riducendo la quantità di latte. In linea di massima la sostituzione completa dei pasti a base di latte con cibo solido avviene entro i 18-24 mesi. Ognuno di loro avrà i propri tempi e bisognerà osservare con attenzione come si adattano alle nuove abitudini alimentari. Per facilitarli sarà utile mantenere degli orari dei pasti abbastanza regolari, anche se un pochino di elasticità non guasta mai, adeguandoli alle esigenze familiari. Il nostro consiglio è quello di avere un approccio individualizzato in base a:
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- Tappe dello sviluppo psicomotorio acquisite (valutazione del pediatra)
- Valutazione delle curve di crescita
- Contesto familiare ed esigenze materne
- Interesse del bambino per il cibo
COSA Sì E COSA NO

Elaborazione: Terranea
Quarto, aiutare il sistema immunitario
Ma che cosa significa effettivamente quello che una volta era chiamato cronoinserimento? Significa introdurre gli alimenti allergizzanti secondo delle tempistiche particolari. Oggi, al contrario, si è visto che introdurli precocemente aiuta il sistema immunitario a “tollerarli” meglio, quindi: uovo, frutta a guscio e arachidi, crostacei, fragole, glutine o soia possono essere introdotti senza accorgimenti particolari, tranne per bimbi con alto rischio di sviluppare allergia: in questo caso bisogna sentire il parere del pediatra e/o di un allergologo.
È importante inserire il glutine durante questo periodo prima dell’anno di vita, perché sembra ridurre il rischio di sviluppare celiachia, tenendo presente che nelle prime settimane le quantità non devono essere eccessive.
Quinto, costruire un menù variegato
Sulla base di queste premesse (sarà difficile, ma alcuni bambini potrebbero farlo) passare dal latte di consistenza liquida ad un’alimentazione di consistenza completamente solida. In questo vengono in aiuto le pappe, appena il vostro bimbo sarà pronto potrete inserire la pastina minuta e poi formati progressivamente più grandi, come le stelline. Nel frattempo potrà fare assaggi di consistenze e cibi diversi a disposizione, sulla base di cosa viene mangiato in famiglia.

Elaborazione: Terranea
Sesto, apprendere la masticazione
Questa progressione permetterà al bimbo di sviluppare le capacità neuromuscolari che lo portano alla masticazione e deglutizione finale, di solito intorno ai 12 mesi. Durante questo percorso il baby food può venire in aiuto in termini di praticità, velocità e sicurezza. Ci saranno famiglie che si sentono più sicure a iniziare con liofilizzati, poi omogeneizzati, finendo con carne pesce o uova finemente frullati e poi sminuzzati. Altre famiglie che inizieranno già con carne e pesce frullati. Ricordate solo che la legislazione per il baby food è diversa da quella degli alimenti per tutti, quindi, controllate sempre la sicurezza e gli ingredienti di quello che usate per i bambini.

Foto: Anyka/Canva
E soprattutto tenete presente che anche per una sana e corretta alimentazione, l’esempio è la fonte principale di apprendimento per i nostri bambini!