L’estate è un periodo magico per i bambini: più tempo all’aria aperta, più occasioni di contatto con la natura e di giochi in libertà al sole e in riva al mare. Per godersi in serenità la bella stagione, però, sono necessari alcuni semplici accorgimenti a tutela della salute dei più piccoli presente e futura.
Scopriamo quindi dieci buone pratiche per proteggere i bambini dai raggi del sole e da altri rischi tipicamente estivi.
1. Il sole fa bene
La premessa è d’obbligo, per evitare allarmismi e disinformazione: l’esposizione consapevole ai raggi solari è benefica per l’organismo, anche e soprattutto per quello dei bambini. Il sole, infatti, è indispensabile nel meccanismo di sintesi e assorbimento nei tessuti umani della vitamina D, una sostanza fondamentale per la salute di ossa, denti e sistema immunitario. Anche il tono dell’umore può risentire dell’esposizione alla luce solare, che favorisce la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che riduce ansia e stress.

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2. Attenzione ai raggi UV
Allo stesso tempo, però, l’esposizione incontrollata alle radiazioni solari può causare danni più o meno gravi all’organismo, soprattutto a chi ha la pelle molto delicata come i bambini. I principali responsabili sono i raggi Ultravioletti, schermati solo in parte dall’atmosfera terrestre, che causano danni al Dna delle cellule. Tra i rischi immediati ci sono arrossamenti, eritemi, reazioni allergiche e vere e proprie ustioni.

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Nel lungo periodo i raggi UV possono causare invecchiamento precoce della pelle, macchie, rughe ma anche malattie molto gravi come tumori cutanei.
3. Neonati, sorvegliati speciali
I bimbi sotto i sei mesi di vita non dovrebbero essere esposti al sole diretto. Per tenerli al riparo dai raggi solari occorre vestirli con indumenti adeguati (vedi più avanti) e proteggerli con parasole e ombrellini per passeggini, oppure, quando si sta in spiaggia, con gazebo, tende o con i classici ombrelloni. In queste situazioni, non bisogna trascurare il rischio “effetto serra”, verificando che, sotto l’ombrellone o nella carrozzina, la temperatura non salga eccessivamente, mantenendo i bambini sempre idratati e garantendo loro la giusta ventilazione.

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4. Indumenti anti UV
Le popolazioni che abitano regioni desertiche o tropicali lo sanno bene: la prima strategia per proteggere dal sole la pelle di bambini e adulti consiste nel coprirla con indumenti adatti. La scelta più “tradizionale” consiste in abiti leggeri, realizzati con fibre naturali traspiranti come cotone e lino. La tecnologia, però, offre da tempo alternative più moderne come magliette, costumi, mute e berretti realizzati con tessuti tecnici anti UV, elastici, confortevoli e a rapida asciugatura.

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Nel caso dei bambini molto piccoli, è importante fare attenzione a proteggere anche gambe, braccia e collo.
5. Mai senza crema solare
La crema solare è una protezione indispensabile per tutti i membri della famiglia, a prescindere dall’età, dall’incarnato e dal grado di abbronzatura già raggiunto. Non serve solo a evitare scottature, eritemi, rossori e “spellature”, ma a prevenire l’invecchiamento cutaneo e soprattutto malattie in età adulta, anche molto gravi come il melanoma e altri tumori della pelle.
Per i bambini è indispensabile scegliere una crema ad alto fattore di protezione (SPF 50+), meglio se resistente all’acqua, senza profumo e specificamente formulata per le pelli più giovani. L’etichetta deve garantire una protezione adeguata ai raggi Uva e Uvb, vale a dire le due diverse radiazione ultraviolette dannose per la nostra pelle.

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6. Scegli il prodotto giusto
In commercio esistono diverse tipologie e formulazioni di protezioni solari: lozioni, spray o stick con filtri fisici o chimici. Purché il fattore di protezione sia adeguato, tutti i prodotti sono validi, tenendo conto delle specifiche caratteristiche di ciascuna tipologia:
- Gli spray risultano spesso di più facile applicazione, ma bisogna fare attenzione a distribuirli bene su tutto il corpo e riapplicarli con una certa frequenza.
- Le formule con filtri minerali (come ossido di zinco e biossido di titanio) che formano una “barriera fisica” rispetto ai raggi del sole, possono essere più dense e pastose, quindi più complicate da applicare.
I prodotti in commercio, ad ogni modo, sono passati al vaglio della rigorosa normativa europea e nazionale di settore, per cui possono essere considerati sicuri, al di là di campagne mediatiche allarmistiche, spesso prive di fondamento scientifico. Come per qualsiasi cosmetico, esiste comunque un minimo rischio di reazione allergica, per cui è consigliabile effettuare sempre un test su una piccola porzione di pelle.

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Inoltre meglio consultare il pediatra in caso di irritazione, prurito o arrossamento.
7. Come applicare la protezione
La crema solare andrebbe applicata sui bambini già prima di esporli al sole: l’ideale sarebbe spalmarla subito prima di uscire di casa. La protezione, anche se “resistente all’acqua” perde efficacia col passare del tempo, con i bagni e la sudorazione. Perciò va riapplicata ogni due ore e dopo ogni bagno al mare o in piscina. Non occorre esagerare: ricoprire i bimbi di uno spesso strato di lozione non li renderà più protetti dalle scottature, né permetterà di tenerli sotto il sole in sicurezza per ore e ore. È importante prestare attenzione a parti del corpo che a volte rischiano di essere trascurate, come i piedi o le orecchie.
Anche le labbra possono subire i danni dell’esposizione incauta ai raggi solari: per questa delicatissima parte del viso esistono in commercio formulazioni specifiche in stick o in crema. Le confezioni delle lozioni solari, come quelle degli altri cosmetici, indicano sempre il cosiddetto Pao (Period After Opening): si tratta del termine dall’apertura oltre il quale il prodotto perde almeno in parte la sua efficacia e sarebbe quindi preferibile smettere di utilizzarlo.

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Per gli schermi solari, di solito questo periodo è indicato in 12 mesi.
8. Occhio… agli occhi!
Gli occhi dei bambini devono essere protetti dal sole tanto quanto la loro pelle delicata. Oltre a causare arrossamenti e congiuntiviti, l’esposizione eccessiva ai raggi solari in età pediatrica è associata ad un aumento di rischio di cataratta in età adulta. La soluzione?

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Un bel paio di occhiali da sole dotati di lenti con filtri UV, proprio come mamma e papà.
9. Non solo al mare
L’associazione tra il sole e la spiaggia è forse la più immediata ma i raggi UV “picchiano forte” anche in altri contesti: l’alta montagna, in particolare, ma anche la città, il lungolago, le aree naturali e così via. Specialmente nei mesi estivi, i bambini tanto quanto gli adulti, devono essere protetti dal sole non soltanto al mare o in piscina, ma anche durante una passeggiata al parco, un picnic in campagna o un pomeriggio di giochi all’aperto. I raggi del sole possono filtrare anche dentro l’abitacolo dell’auto, per cui nei viaggi lunghi occorre prestare attenzione anche in questi casi.

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10. Oltre le nuvole
Infine, ricordate sempre che le nuvole non schermano completamente i raggi ultravioletti. Per di più una giornata ventilata o più fresca delle altre, come spesso capita verso la fine dell’estate, riduce la sensazione del calore sulla pelle.

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Invece la protezione va applicata anche quando il cielo è un po’ grigio e ci sembra che il sole non possa scottarci!