Biologico, la crescita continua. I dati dell’osservatorio Nomisma Foto: Canva
Alimentazione

Biologico, la crescita continua. I dati dell’osservatorio Nomisma

La superficie coltivata senza pesticidi in Italia arriva quasi al 19%, gli operatori aumentano dell’8,9%. E il valore del settore nel nostro paese supera i 5 miliardi, nonostante la contrazione dei volumi. Il report presentato durante la recente edizione di “Rivoluzione bio” al Sana

Valentina Gentile 29 Settembre 2023

Eravamo rimasti al dato entusiasmante dell’89% delle famiglie italiane che acquistava bio almeno una volta a settimana durante il 2022. Ma l’Osservatorio Nomisma continua a sorprenderci: la crescita non si arresta, anzi aumenta, con i consumi fuori casa che segnano un +18% e quelli domestici un + 7% rispetto allo scorso anno. Eccole quindi, le buone notizie raccolte e elaborate dall’istituto di ricerca e presentate poche settimane fa al Sana, in occasione di Rivoluzione Bio 2023, gli stati generali del biologico, organizzati in collaborazione con FederBio e AssoBio.

Italia a tutto bio

Dunque come ormai ogni anno Nomisma ha presentato le ultime stime sul mercato interno, i risultati di una survey sul consumatore italiano e un’indagine su 254 imprese alimentari e vitivinicole. Il dato sulle superfici per il nostro paese si conferma molto positivo: l’Italia, con oltre 2,3 milioni di ettari possiede la più alta percentuale di superfici bio sul totale (19% contro una media europea ferma al 12%) ed è ormai vicina al target del 25% di superfici investite a bio, previsto dalla strategia Farm to Fork per il 2030.

 

Un momento di Rivoluzionebio 2023

Un momento di Rivoluzionebio 2023 (Foto: Sana)

 

Il mercato, fuori e dentro casa

Per quanto riguarda le dimensioni del mercato, nel 2022 le vendite alimentari bio in quello interno (consumi domestici e consumi fuori casa) hanno superato i 5 miliardi di euro e rappresentano il 4% delle vendite al dettaglio biologiche mondiali. A trainare la crescita del mercato, come si diceva, anche per quest’anno sono i consumi fuori casa che sfiorano 1,3 miliardi di euro, segnando una crescita del +18% rispetto al 2022 legata al balzo in avanti dei prezzi e all’aumentare delle occasioni di consumo.

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Fondamentale però è la ripresa dei consumi domestici che, dopo la leggera flessione dello scorso anno (-0,8% a valore rispetto al 2021), registrano una variazione del +7%. Anche in questo caso la crescita è da collegare soprattutto alla spinta inflazionistica dell’ultimo anno, confermata dal calo dei volumi in Grande distribuzione (-3% le confezioni di prodotti bio vendute rispetto allo stesso periodo del 2022).

 

RIvoluzionebio 2023

Fonte: Rivoluzionebio / Sana

Ipermercati e discount: la crescita continua

La Distribuzione moderna rimane il primo canale per gli acquisti di biologico degli italiani, pesando per il 58% del totale delle vendite legate ai consumi domestici. Nel 2023 le vendite di biologico nel canale si attestano a 2,4 miliardi di euro (+8% rispetto al 2022). Al suo interno, sono ancora iper e supermercati i canali che veicolano la maggior parte delle vendite bio: superano 1,5 miliardi di euro a luglio 2023 e segnano un +4% rispetto allo scorso anno.

I discount confermano la loro crescita in ambito bio, con vendite pari a 319 milioni di euro, dunque con una crescita del +12% rispetto allo scorso anno.

L’export

È positiva anche quest’anno la performance dell’export di prodotti agroalimentari italiani bio c e raggiunge i 3,6 miliardi di euro nel 2023, segnando una crescita del +8% rispetto all’anno precedente. Il riconoscimento per il bio Made in Italy sui mercati internazionali risulta rafforzato dall’evoluzione di lungo periodo (+189% rispetto al 2013) e dal crescente ruolo del bio sul paniere dei prodotti esportati (il peso nel 2023 ha raggiunto oggi il 6% a fronte del 4% registrato dieci anni fa). L’ 81% delle esportazioni bio riguarda i prodotti agroalimentari, per un valore di 2,9 miliardi di euro nel 2023. Per quanto riguarda il vino, sono 626 milioni di euro di produzioni bio Made in Italy vendute sui mercati internazionali, un buon +8% rispetto al 2022 con un peso del vino bio sul totale dell’export vitivinicolo italiano che sfiora il 9%.

 

Fonte: Rivoluzionebio / Sana

Fonte: Rivoluzionebio / Sana

Il Made in Italy prende il volo

Le principali destinazioni in Europa per food italiano bio sono la Germania (indicata nel complesso dal 69% delle aziende) e a seguire Francia (53%) e Benelux (39%). Per il vino a guidare è ancora il mercato tedesco (66%), seguito dai Paesi Scandinavi e dal Benelux (entrambi segnalati dal 52% come principali Paesi di destinazione). Al di fuori dei confini comunitari la fanno da padrone Stati Uniti, Svizzera e Regno Unito. Secondo le imprese, i Paesi più promettenti per le esportazioni di prodotti bio nel prossimo triennio saranno Germania (55%), Nordics (36%) e Stati Uniti (31%) per il food. Nel caso del vino le imprese punteranno soprattutto su Nordics (61%), Germania (43%), Stati Uniti (32%) e Canada (30%).

Perché si sceglie bio

Si conferma costante la “consumer base” di prodotti bio rispetto allo scorso anno, con l’89% della popolazione 18-65 anni che ha acquistato consapevolmente almeno un prodotto alimentare bio nell’ultimo anno.

Ma perché il consumatore acquista prodotti bio?

Il dato psicologico e motivazionale è molto interessante: innanzitutto perché li ritiene più sicuri per la salute rispetto a un prodotto convenzionale (27%), ma anche perché sono sostenibili (il 23% li ritiene più rispettosi dell’ambiente, il 10% del benessere animale e un ulteriore 10% fa riferimento alla sostenibilità sociale e intende sostenere i piccoli produttori). La conferma che, alla base delle scelte alimentari degli italiani e delle italiane, c’è sempre più consapevolezza ambientale.

 

Fonte: Rivoluzionebio / Sana

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