La più lunga migrazione compiuta da un insetto che sia mai stata documentata. È l’oggetto di uno studio intitolato “A trans-oceanic flight of over 4,200 km by painted lady butterflies”, pubblicato dieci giorni fa su Nature Communications da un team internazionale guidato da Gerard Talavera, ricercatore del Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC) presso l’Institut Botànic de Barcelona (IBB). L’insetto in questione è la Vanessa del cardo, detta anche “dama dipinta”, una delle farfalle più diffuse al mondo, campione di viaggi a lunga distanza: attraversa abitualmente il Sahara in un viaggio dall’Europa all’Africa sub-sahariana.
«Ma stavolta il viaggio – spiega il ricercatore – è una traversata oceanica, senza possibilità di riposare o rifocillarsi».
Detective biologici
Gerard Talavera nel 2013 aveva iniziato a indagare su uno stormo di Vanessa cardui disperso, ovvero rinvenuto sulla costa atlantica del Sud America, in Guiana francese, zona al di fuori dell’area di origine della specie. Nel 2018 ha sviluppato un modo per utilizzare uno strumento comune di sequenziamento genetico per analizzare il Dna del polline i cui granelli rimangono attaccati alle farfalle quando si nutrono del nettare dei fiori. Il DNA dei pollini sequenziato offre indicazioni sulla pianta di provenienza, indizio importante per tracciare le aree geografiche percorse dall’insetto.
Lo studio pubblicato rivela che il DNA del polline delle farfalle spiaggiate nella Guyana francese corrispondeva ad arbusti da fiore dell’Africa occidentale, mentre il sequenziamento del genoma delle farfalle ne indicava origini europeo-africane. Dati meteorologici mostravano inoltre venti favorevoli che soffiavano dall’Africa all’America. Gli indizi combinati suggerivano dunque che le farfalle avessero attraversato l’Atlantico, escludendo che avessero viaggiato “via terra” provenendo dal Nord America, dove si trovano le popolazioni geneticamente più vicine.
Corridoi aerei naturali
Dunque gli individui trovati in Sud America sono migrati sorvolando l’Oceano Atlantico dall’Africa occidentale, con probabili origini riconducibili all’Europa. Il volo comprende una distanza minima di 4.200 km sull’oceano e potenzialmente superiore a 7.000 km dal luogo di origine delle farfalle, il che significa una migrazione su tre continenti: Europa, Africa e America. Secondo i ricercatori «il volo attraverso l’oceano, senza scalo, è durato tra i cinque e gli otto giorni. Ciò è stato energeticamente possibile perché facilitato da correnti di vento favorevoli». Questo scenario suggerisce l’esistenza di «corridoi aerei naturali che collegano i continenti, facilitando la dispersione delle specie su una scala molto più ampia di quanto precedentemente immaginato».
Dispersioni su lunga distanza
Questi “eventi di dispersione” su lunga distanza, persino attraverso l’oceano, potrebbero essere alterazioni legate ai cambiamenti climatici: le implicazioni sulla biodiversità nel mondo potrebbero risultare significative. Secondo Talavera, «è possibile che stiamo sottostimando la frequenza e l’impatto di questi movimenti sui nostri ecosistemi. Nel corso della storia, i fenomeni migratori sono stati importanti nel definire le distribuzioni delle specie che osserviamo oggi».