Educare alla natura nei centri estivi. Due esperienze da scoprire Foto: Wwf
Outdoor education

Educare alla natura nei centri estivi. Due esperienze da scoprire

Con la bella stagione si apre per i bambini il periodo dei soggiorni diurni o residenziali. Come quelli che organizzano l’associazione “Bosco Caffarella” di Roma e il Wwf su tutto il territorio nazionale. Per riscoprire le relazioni con il prossimo e con gli ecosistemi attraverso il gioco, l’esplorazione e l’avventura in ambienti spesso inediti


(Nella foto un’attività del Wwf)

Francesca Santoro 28 Giugno 2023

Tra la fine della scuola e il momento della vacanza con la famiglia si apre, per bambini e ragazzi, l’ampia parentesi dei centri o dei campi estivi, vale a dire quelle esperienze diurne o residenziali insieme a gruppi di educatori che propongono programmi di diverso genere. L’offerta improntata all’educazione ambientale, che si focalizza sulla scoperta della natura e delle relazioni al suo interno, è cresciuta negli anni. E la troviamo sia nelle aree verdi urbane e periurbane, sia lontano dalla città, spesso all’interno di parchi o riserve naturali, al mare in montagna.

Come nelle due esperienze che vi raccontiamo.

Un'attività esplorativa di Bosco Caffarella, a Roma

Un’attività esplorativa di Bosco Caffarella, a Roma (Foto: Bosco Caffarella)

Esplorando la Caffarella

«I bambini di città di solito hanno poca esperienza della natura, è importante metterli in condizione fin da piccoli di vivere con serenità e consapevolezza questo tipo di ambiente» esordisce Francesca Lepori, pedagogista ed esperta di outdoor education, che coordina a Roma Bosco Caffarella. L’associazione si occupa dal 2016 di educazione in natura per bambini dai 3 ai 6 anni all’interno della Valle della Caffarella, un parco urbano ricco di verde e storia: in collaborazione con l’associazione Humus utilizza gli spazi della Casa del Parco dell’Appia Antica, una struttura della Regione Lazio. Le attività durano tutto l’anno e a luglio il loro centro estivo accoglie i bambini del territorio.

 

Il primo piano di Francesca Lepori, un'educatrice di Bosco Caffarella a Roma (Foto: Bosco Caffarella)

Francesca Lepori, pedagogista di Bosco Caffarella a Roma (Foto: Bosco Caffarella)

«La base per noi – riprende Lepori  – sono i Diritti naturali di bimbi e bimbe messi a punto da Gianfranco Zavalloni, educatore, maestro e disegnatore scomparso nel 2012».

Ad esempio il diritto all’ozio, ovvero a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti, il diritto a sporcarsi, dunque a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti. Oppure il diritto agli odori, ovvero a percepire le sensazioni olfattive, riconoscere i profumi offerti dalla natura. E ancora il diritto al selvaggio, a costruire perciò un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi e il diritto al silenzio, cioè ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua.

Leggi anche:  Immergersi nella foresta. La scienza spiega perché fa bene

E così via: la lista completa è sul sito dell’associazione dedicata al cammino educativo di Gianfranco Zavalloni, www.scuolacreativa.it. «Questi diritti naturali sono il patto educativo che le famiglie firmano con noi, lo stesso che viene sottoscritto dagli adulti che portano i bambini tutto l’anno – aggiunge Lepori – I genitori del centro estivo sono meno abituati al nostro approccio ed è importante che siano consapevoli dell’obiettivo educativo».

 

I bambini giocano in un grande prato durante il centro estivo al Parco della Caffarella

Durante i centri estivi i bambini riscoprono le relazioni con lo spazio naturale (Foto: Bosco Caffarella)

Piccole grandi avventure

Il contesto naturale d’altro canto offre una ricchezza inesauribile e anche tante occasioni di difficoltà e di riuscita per ogni bambino, legate alla fisicità o alla paura che si può avere di fronte a qualcosa che non si conosce. «A volte piccole prove, come una caduta, sono fondamentali – spiega Lepori – Il bambino può piangere, chiedere aiuto o imparare gestire la frustrazione del momento, attraversarla e superarla». Al benessere del bambino contribuiscono i giochi di aggregazione e di espressione creativa e tutte le attività ambientali naturalistiche: la passeggiata nel bosco, la raccolta di materiale naturale, l’esplorazione con la scoperta di piante e di tracce di animali, e così via.

«Così viviamo la natura della Caffarella», chiosa l’educatrice.

Bambini in fila indiana in un sentiero nel Parco della Caffarella

Piccole prove servono a superare la paura e a gestire il rischio (Foto: Bosco Caffarella)

Ospiti nei luoghi

Tra le proposte di campi estivi extraurbani e residenziali, diffuse in molti territori, troviamo ad esempio i campi estivi proposti dal Wwf, che hanno come elemento centrale, oltre all’esplorazione del mondo e dell’ambiente naturale, l’esperienza di un turismo naturalistico ed educativo. Come spiega Elisabetta Freuli, laureata in Scienze naturali e guida ambientale ed escursionistica, che si occupa dal 2000 dei campi estivi del Panda:

 

Elisabetta Freuli è un'educatrice del Wwf (Foto: Wwf)

Elisabetta Freuli, responsabile campi estivi Wwf (Foto: Wwf)

«Attraverso le attività che proponiamo e la quotidianità condivisa con il nostro staff, ragazze e ragazzi dai 7 ai 17 anni possono sperimentare un modo di essere in vacanza come ospiti nei luoghi in un rapporto di rispetto e valorizzazione e non di uso, consumo e consunzione».

Responsabilità in campo

Durante i campi gli educatori cercano di stimolare l’interesse verso l’osservazione degli elementi umani e naturali, offrendo nel contempo a ragazze e ragazzi gli elementi per metabolizzare quest’esperienza, spesso inedita per loro, attraverso strumenti necessari alla loro età: il gioco e la libera espressione della loro energia creativa. «Promuovere un’esperienza piacevole di tempo libero, a contatto con la natura, accolti da chi vive nei territori, è un obiettivo fondamentale per il Wwf che anche è tra i fondatori dell’Associazione italiana turismo responsabile (Aitr).

Leggi anche:  Un’estate a tutto glamping. Cinque proposte di vacanze glamour nella natura

Qualificando le aspettative e i desideri della domanda, già a questa età, si può pensare d’incidere in prospettiva sul tipo di offerta in campo turistico affinché evolva sempre più secondo criteri di sostenibilità e salvaguardia della biodiversità e delle comunità locali».

 

Settimane intense

Quelle dei campi estivi per i ragazzi sono settimane intense, nelle quali arrivano senza conoscere i compagni, gli educatori, i luoghi: «È importante che ci sia una pienezza di presenza, che la giornata sia usata per vivere in maniera approfondita le attività e le relazioni – precisa Freuli – Per questo i ragazzi sono invitati a usare il cellulare solo la sera, in un momento dedicato a sentire i propri cari».

 

Una bambina sul molo durante un campo estivo del Wwf Italia

Il Wwf organizza i propri campi in diverse località d’Italia (Foto: Wwf)

Socialità negli ecosistemi

Dai campi in fattoria, alle esperienze nei centri di recupero degli animali selvatici all’interno delle riserve, dalla scuola di vela (con avvistamento dei delfini) ai “Ragazzi che sussurrano ai cavalli”,  l’offerta del Wwf Italia è molto ricca a fronte di una richiesta cresciuta negli anni. Specialmente dopo la pandemia, racconta la naturalista, le famiglie voglio offrire ai ragazzi contesti variegati e riposanti ma anche attività coinvolgenti nella natura, che facciano recuperare ai giovanissimi quelle esperienze di socialità e riconciliazione con gli ecosistemi che il lockdown ha reso più preziose:

«Ci sembra di vedere un’evoluzione del desiderio di una bella vacanza per i figli: diventa più incisiva la motivazione a cercare proposte di valore».

Bambini a cavallo durante un centro estivo del Wwf

Esperienze di socialità in contesti naturali di pregio è la caratteristica dei centri estivi del Wwf Italia (Foto: Wwf)

Condividi questo articolo: