Meno sfalci, più biodiversità. Così la natura riconquista i propri spazi Foto: Peter Swan /Getty Images
Letizia Palmisano

Meno sfalci, più biodiversità. Così la natura riconquista i propri spazi

Sempre più città adottano lo “sfalcio ridotto” per favorire la presenza degli impollinatori, rendere il suolo più fertile e abbattere la CO₂. Una gestione consapevole del verde urbano che si allea con l’agroecologia e che invita tutti noi a fare la propria parte. Anche sul balcone

Letizia Palmisano 16 Giugno 2025

Sempre più spesso, passeggiando nei parchi cittadini, ci si imbatte in aree dall’aspetto “disordinato”, dove l’erba cresce più alta e i fiori selvatici spuntano liberamente.

Leggi anche:  No Mow May, ovvero: niente sfalci a maggio per sostenere le api

Questo spettacolo non dipende solamente dal fatto che le piogge, sempre più intense, contribuiscano a far crescere la vegetazione né si può considerare frutto di incuria. Si tratta invece di una scelta consapevole da parte di molte amministrazioni comunali.

Meno sfalci, più biodiversità: un cane in mezzo all'erba alta

Foto: Aleksandr Zotov/Getty Images

L’obiettivo? Lasciare deliberatamente delle zone incolte per favorire la biodiversità.

Una nuova idea di verde urbano

Questa pratica – nota come “sfalcio ridotto” o “gestione differenziata del verde” – sta prendendo piede in numerose città italiane e del mondo, trasformando il concetto stesso di cura del verde urbano. Lo specifichiamo subito: solitamente lo sfalcio ridotto non si estende all’intera area dei parchi, ma si limita solo ad alcune parti e quindi non vedremo i nostri spazi verdi diventare location per i prossimi film di Indiana Jones!

Noi e il Pianeta

L’erba, ad esempio, viene comunque tagliata nelle aree cani o in prossimità dei giochi dei bambini e nei vialetti. Ma quali sono i benefici concreti di questa apparente “noncuranza” e come si lega alle più ampie tematiche agricole e alla salvaguardia del nostro pianeta? Cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo, per contribuire a questo importante cambiamento?

Meno sfalci, più biodiversità: un cartello sullo sfalcio ridotto del Comune di Milano

Fot: Facebook / Comitato Valsesia

Le ragioni della scienza

La scelta di ridurre la frequenza degli sfalci in determinate aree dei parchi pubblici non è casuale, ma si basa su solide evidenze scientifiche. Lasciare che l’erba e le piante spontanee completino il loro ciclo vitale, arrivando alla fioritura e alla produzione di semi, crea un ambiente molto più ricco e complesso. Ciò si traduce in una serie di vantaggi significativi:

  • Aumento della biodiversità. Prati meno falciati offrono rifugio e nutrimento ad una miriade di specie animali, in particolare insetti impollinatori come api, farfalle e sirfidi, ma anche uccelli e piccoli mammiferi. Uno studio condotto a Milano ha rilevato un aumento della biodiversità degli insetti fino al 60% nelle aree a sfalcio ridotto rispetto a quelle gestite in modo tradizionale. Questa ricchezza di specie è fondamentale per la salute dell’ecosistema urbano.
  • Miglioramento della qualità del suolo. L’erba più alta protegge il terreno dall’erosione, conserva meglio l’umidità e favorisce l’accumulo di sostanza organica, rendendo le aree più fertili e resilienti, specialmente durante i periodi di siccità. Aumenta anche la capacità drenante del suolo, mitigando l’effetto delle “isole di calore” urbane.
Leggi anche:  Balconi di primavera, creiamo insieme un angolo di natura per gli impollinatori
  • Riduzione dell’impronta ecologica. Un numero inferiore di sfalci si traduce in una riduzione del consumo dei carburanti necessari ad azionare i macchinari impiegati per questo tipo di attività e, di conseguenza, in una diminuzione delle emissioni di gas serra. Si contribuisce così ad una gestione più sostenibile delle risorse e ad una diminuzione dell’impatto ambientale della città.
  • Un paesaggio più naturale e resiliente. Le aree che vengono lasciate crescere spontaneamente sviluppano una maggiore varietà di specie vegetali, rendendo il prato più resistente a malattie e stress ambientali. L’erba alta, inoltre, non è sinonimo di degrado, ma di un ambiente più naturale e piacevole da osservare.
Meno sfalci, più biodiversità: api sullo sfondo di una città

Foto: Shawn Caza / Toronto honeys

La continuità con l’agricoltura

Un altro dato da sottolineare è che la cura sostenibile del verde privato e pubblico consente di far proseguire corridoi ambientali capaci di valorizzare e connettersi al lavoro già portato avanti da agricoltori sostenibili. L’agricoltura può avere un impatto significativo sugli ecosistemi. Pratiche intensive, monocolture e l’uso massiccio di pesticidi hanno portato ad una drastica riduzione della diversità biologica nelle campagne.

Creare corridoi ecologici

Tuttavia, aumenta il numero degli agricoltori che adottano sistemi più ecologici – come l’agricoltura biologica e rigenerativa – che mirano a ripristinare la fertilità del suolo, a tutelare gli impollinatori e a creare agroecosistemi più resilienti e ricchi di vita. Lasciare fasce inerbite ai bordi dei campi, coltivare siepi e boschetti riducendo al minimo gli interventi chimici costituiscono pratiche con finalità analoghe a quelle attuate attraverso le aree incolte nei parchi: creare corridoi ecologici e rifugi per la fauna selvatica che dobbiamo cercare di far proseguire idealmente anche in città.

Meno sfalci, più biodiversità: un'area on sfalcio ridotto a Montepulciano

Foto: Comune di Montepulciano (Si)

Cosa possiamo fare noi

Teniamo inoltre presente che l’impegno per la tutela della biodiversità non è appannaggio esclusivo delle amministrazioni pubbliche o degli agricoltori: ognuno di noi, anche con un piccolo giardino, un terrazzo o persino un balcone, può fare la sua parte. Come? Ecco qualche idea semplice ma efficace:

  • Lasciate un angolo selvatico. Dedicate una piccola porzione del vostro giardino a prato fiorito, riducendo gli sfalci o evitando di tagliare l’erba troppo bassa. Le piante spontanee attireranno insetti utili e coloreranno il tuo spazio verde.
  • Scegliete piante autoctone e amiche degli impollinatori. Privilegiate specie locali che sono più adatte al clima e al terreno e forniscono cibo e riparo alla fauna selvatica del luogo. Piantate fiori ricchi di nettare e polline per api, farfalle e altri insetti pronubi.
  • Create microhabitat. Un piccolo stagno può diventare un’oasi per anfibi e insetti acquatici. Mucchi di legna o pietre possono offrire riparo a ricci, lucertole e insetti. Anche lasciare foglie secche in autunno sotto gli arbusti può essere utile.
  • Offrite acqua. Una ciotola d’acqua fresca e pulita (magari con qualche sasso all’interno per permettere agli insetti di non annegare) può essere un aiuto prezioso per uccelli e piccoli animali, soprattutto durante i periodi caldi e siccitosi.
  • Attenzione a pesticidi e prodotti chimici. Utilizzate metodi di lotta biologica e concimi naturali per prenderti cura delle tue piante. Un ambiente privo di veleni è fondamentale per la sopravvivenza della fauna.
  • Installate casette nido e mangiatoie. Posiziona casette per uccelli e rifugi per insetti utili come le coccinelle. Durante l’inverno, una mangiatoia può aiutare gli uccelli a superare i periodi di scarsità di cibo.
Meno sfalci, più biodiversità: un ragazzo coltiva il proprio giardino

Foto: Cookie studio / Freepik

Infine, ricordiamo a tutti noi che un prato fiorito, anche se un po’ “disordinato”, è un ambiente vivo e che la sua bellezza sta proprio nella sua ricchezza ecologica.

Condividi questo articolo: