Quanta CO2 c’è nel tuo piatto? La nostra dieta amica della salute e del Pianeta Foto: Joshua Resnick
Tessa Gelisio

Quanta CO2 c’è nel tuo piatto? La nostra dieta amica della salute e del Pianeta

Ogni alimento che consumiamo “pesa” sugli ecosistemi in proporzione alle risorse utilizzate per produrlo, trasportarlo e metterlo in vendita. Ma quali sono i prodotti a maggiore impatto? La giornalista e divulgatrice ci presenta la classifica dei cibi più climalteranti. E le possibili alternative

Tessa Gelisio 17 Giugno 2024

Vi siete mai chiesti quali siano i cibi che inquinano di più per essere prodotti? È un aspetto sul quale ci si concentra di rado, eppure la produzione di cibo rappresenta una delle cause di maggior inquinamento ambientale a livello mondiale.

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La gran parte della filiera alimentare globale infatti non è sostenibile, sia perché si cerca di produrre sempre di più al più basso costo possibile, sia perché vi sono enormi danni alle risorse naturali. Oltre alle sempre maggiori emissioni di gas climalteranti, l’universo alimentare è anche responsabile di altri danni ambientali.

Cibo e impatto ambientale, un ragazzo indica i dati

Qualche esempio?

  • Massiccia deforestazione, poiché la distruzione delle foreste è spesso funzionale alla creazione di campi coltivati o allevamenti
  • Diffusione di contaminanti nel suolo e nell’acqua, dato il grande ricorso a insetticidi, funghicidi ed erbicidi di origine sintetica
  • Emissioni per il trasporto degli alimenti, spesso da una parte all’altra del globo
  • Aumento dell’inquinamento da plastica, per via del packaging.

 

Cibo e impatto ambientale, una tavolata di commensali vista dall'alto

Foto: Solovyova / Getty Images

La classifica dell’impatto

Purtroppo, non è semplice valutare l’impatto di questi fattori singolarmente. Per questa ragione, la maggior parte degli studi si concentra soltanto sulle emissioni di CO2, senza entrare troppo nel dettaglio delle altre forme di depauperamento ambientale. Grazie a queste ricerche, è possibile quindi stilare una classifica degli alimenti calcolando l’anidride carbonica emessa su tutto il ciclo di produzione, ovvero:

  • Le emissioni dovute alla modifica del suolo, ad esempio per adattarlo alla coltivazione e all’allevamento
  • Quelle dovute alla produzione di mangimi e foraggio per gli animali
  • I gas emessi durante la lavorazione delle materie prime
  • Le emissioni dovute al trasporto e quelle legate al packaging e alle attività di vendita al dettaglio.

I ricercatori hanno calcolato così la quantità di anidride carbonica emessa per ogni chilogrammo di alimento prodotto:

Rappresentazione grafica, C02 nel piatto

Fonte:  Poore, J., & Nemecek, T. (2018). Reducing food’s environmental impacts through producers and consumersOur World in Data, elaborazione Terranea | * DA ALLEVAMENTO, ** STESSO VALORE PER MAIS, PISELLI E BANANE

L’impatto sulle foreste

Non stupisce che in cima alla classifica ci siano le carni. I grandi allevamenti di manzo, soprattutto in America Latina, vengono realizzati a discapito delle foreste, rase al suolo per far spazio ad allevamenti o a campi coltivati a soia e mais ogm che servono a nutrire gli allevamenti intensivi di tutto il mondo. Una situazione simile a quella che si verifica nel Sudest Asiatico, in particolare in Indonesia, dove le foreste tropicali stanno sempre più scomparendo per far spazio a monocolture di palma da olio.

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L’impatto della produzione di latticini segue lo stesso andamento, sempre con danni da deforestazione in particolare in America Latina, mentre per cioccolato e caffè le maggiori emissioni non derivano tanto dalle coltivazioni, quanto dai trasporti.

Un allevamento intensivo in Uruguay

Un allevamento intensivo in Uruguay. Foto: Piccaya/Getty Images

Cosa fare?

Ma come ridurre il nostro impatto ambientale? Innanzitutto, prediligere il consumo di alimenti a chilometro il più vicino possibile allo zero, per limitare le emissioni dovute ai trasporti. Dopodiché, limitare la carne nella dieta e prodotta solo da animali al pascolo o alimentati con mangimi bio (e che non usano ogm, principale causa della deforestazione in Amazzonia), secondo i criteri del maggior benessere animale.

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Favorire inoltre un’alimentazione maggiormente vegetale, biologica e nel rispetto della stagionalità. E infine, quando ci si reca a fare la spesa, è sempre utile preferire prodotti sfusi, così da limitare l’impatto ambientale del packaging.

 

Clienti al mercato dei contadini, come ridurre l'impatto ambientale del cibo

Foto: Getty Images

Tutte piccole abitudini che faranno bene alla nostra salute e possono ridurre l’impatto ambientale della nostra tavola!

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