L’albicocca vien di Maggio. Tutte le proprietà di un frutto dalla storia antica Foto: Getty Images
Alimentazione

L’albicocca vien di Maggio. Tutte le proprietà di un frutto dalla storia antica

Fa bene a chi soffre di anemia, è ricca di carboidrati, sali minerali e vitamine. Ci protegge dagli eccessi della calura estiva e con il suo sapore inconfondibile si presta a diverse preparazioni, dolci e salate. Entriamo nel vivo dell’estate insieme al prezioso frutto arancione

Valentina Gentile 29 Aprile 2024

Un’antica leggenda armena narra che, durante una guerra, fu deciso di abbattere tutti gli alberi che non producessero frutta, per farne legna. Una giovane, contraria alla decisione, pianse tutta la notte sotto le fronde di un albicocco: il mattino dopo la pianta per la prima volta generò dei frutti, dorati e dolcissimi, che da allora si chiamarono albicocche.

 

Albicocche

Foto: Getty Images

Sapore d’oriente

È una storia di viaggi, conquiste, adattamento, contaminazioni alimentari e linguistiche, quella dell’albicocco, come del resto accade con molta frutta che oggi consideriamo nostrana. Fiorisce con gli ultimi scampoli d’inverno e l’arrivo della primavera, di solito da fine febbraio a metà marzo, cambiamenti climatici permettendo, per poi maturare dai primi di maggio a fine agosto. Originaria probabilmente della Cina o del Giappone, era chiamata “mela armena” dai Romani e giunse nel Mediterraneo dopo le conquiste di Alessandro Magno.

E allora, scopriamo insieme la provenienza, le virtù e gli usi di questo frutto dal colore inconfondibile, che dà inizio alla bella stagione.

L’approdo nel Mediterraneo

Sono proprio i Romani ad apprezzarla e a diffonderne la coltivazione e a farla conoscere in Europa. Il nome Prunus armeniaca, fu dato da loro alla straordinaria pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Gli arabi, intorno al X secolo, ne ripresero la coltivazione dopo un periodo di oblio, non solo per finalità gastronomiche ma anche a scopi farmacologici.

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Il nome giunto fino a noi, “albicocca”, deriva dal latino “praecocum”, letteralmente “precoce”, diventato al-berquq con gli arabi. Da qui si arriva allo spagnolo albaricoque, al francese abricot, all’inglese apricot, al tedesco aprikose e al nostro albicocca. Un esempio del continuo scambio tra Oriente e Occidente, Sud e Nord del Mondo, che ha caratterizzato la storia dell’agricoltura, della gastronomia, arricchendola e rendendola ciò che oggi conosciamo.

Rametto di albicocco fiorito

La fioritura dell’albicocco alle nostre latitudini comincia a marzo (Foto: Getty Images)

Varietà e caratteristiche

La terra promessa le albicocche la trovano quando arrivano nel nostro Sud Italia: è in Campania, a Napoli, ai piedi del Vesuvio, che il frutto trova terra fertile, vulcanica, grazie alla quale si ricarica di energia e di sapore. E infatti, l’albicocca vesuviana, giunta fino a noi, è oggi una delle varietà diffuse in Italia: il suo nome locale, “cresommola”, viene dal greco Chrysoun melon, “frutto d’oro”, per il suo inconfondibile e acceso colore.

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Ma oltre alla “regina” vesuviana, sono tante altre le varietà presenti in Italia: dalla reale di Imola, varietà tardiva molto particolare, alla pugliese di Galatone (Le), ancora poco nota ma presidio Slowfood riconoscibile per le particolarissime “lentiggini” sulla buccia e per la consistenza tenera. E poi la “nordica” della Val Venosta, dal sapore acidulo che la rende adatta a confetture e strudel, la precoce di Toscana, la siciliana di Scillato (Pa), le “altre” campane come la Diavola dal colore rosso fuoco e la Preole, piccola e zuccherina.

 

Proprietà nutrizionali

La polpa dell’albicocca, oltre ad essere piuttosto nutriente è ricca di sali minerali e vitamine, utili nella terapia delle anemie, dei difetti della vista e del mal d’orecchi. Fra i macronutrienti presenti nell’albicocca spiccano i carboidrati, pari al 91% dell’energia fornita da questo frutto (28 calorie ogni 100 grammi). Il 6% delle restanti calorie corrisponde a proteine e il 3% a lipidi. E poi altri importanti macronutrienti come potassio, calcio, fosforo e ferro. È poi molto ricca d’acqua, infatti in 100 grammi di albicocca se ne trovano 86,3.

 

Elaborazione Terranea

L’albicocca è ovviamente un’importantissima fonte di vitamine: vitamina C, in primis, ma anche B3, B2, B1, A e K.

Benefici e controindicazioni

L’albicocca è consigliatissima per ovviare a caldo eccessivo e cali di pressione. Salvo i casi di ipersensibilità individuale, non ci sono prove di particolari controindicazioni all’assunzione dell’albicocca. Ma attenzione: durante la gravidanza e l’allattamento si sconsiglia l’uso di prodotti a base di nocciolo di albicocca a causa dell’assenza di dati conclusivi sui potenziali rischi per la salute del bambino. Con la corteccia della Prunus armeniaca, poi, si preparavano dei decotti usati come astringenti per alleviare irritazioni cutanee, mentre paste a base di nocciolo di albicocca vengono consigliate per il trattamento delle infezioni vaginali.

Rigenerante per la pelle

Da sempre considerata alleata della pelle, grazie alla presenza delle tante vitamine e componenti benefiche, in cosmesi il suo olio viene utilizzato come struccante ma anche come doposole, contorno occhi antirughe o come idratante. È infatti nutriente, emolliente, rigenerante e idratante. Rafforza il film idrolipidico della pelle grazie alla presenza di acido linoleico, palmizio e oleico.

 

Maschera facciale, albicocca

Foto: Studio Roman

Prelibatezze da film

Succosa, nutriente, splendida nelle sue sfumature dorate, l’albicocca è un frutto versatile in tante diverse preparazioni, dolci e salate. La prima immagine che viene in mente è ovviamente (almeno per chi ama la cioccolata) la mitica torta Sacher. Il dolce, inventato dal giovanissimo pasticcere austriaco Franz Sacher per il principe di Metternich negli anni ’30 del ‘800, amata a dismisura dal regista Nanni Moretti, si caratterizza proprio per la mistura tra l’amaro del cacao e la dolcezza della marmellata di albicocche che farcisce le due parti della torta. Guai a sostituirla con marmellate di altra frutta. Ottimo anche lo strudel di albicocche, variante al più classico strudel di mele.

 

Regina dell’estate

Ma il magico frutto arancione è ottimo anche “salato”: la sua confettura è perfetta per condire formaggi di capra, come il pecorino sardo, e si sposa alla perfezione con il gorgonzola. E in estate sono ottime in insalate, miste a frutta secca, formaggi oppure, per chi mangia carne, a pollo o carne di maiale. Infine, come fare a meno del succo d’albicocca, rigorosamente bio? Polposo, dolce quanto basta, rinfrescante e energizzante, è un vero toccasana estivo.

 

Foto: Freepik

E infine, dalla caipiroska al mojito, fino allo spumante, la regina dell’estate è ottima anche nei cocktail, alcolici e non.

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