Sergio Bambarén: «Una notte nell’oceano. Aspettando l’Earth Day» Foto: Sergio Bambarén
Biodiversità

Sergio Bambarén: «Una notte nell’oceano. Aspettando l’Earth Day»

Il celebre scrittore ed esploratore peruviano, noto in tutto il mondo per il suo impegno in difesa dell’ambiente marino, ci accompagna verso la Giornata della Terra che si celebra ogni 22 aprile. A tu per tu con un polpo impigliato negli ami e nelle plastiche

(Foto: @Inshot)

Sergio Bambarén 15 Aprile 2024

C’è un luogo vicino alla mia casa a Tenerife nel quale, ogni notte in cui posso, mi immergo per scoprire le meraviglie nascoste a tanti. È il momento in cui pesci di ogni tipo, nelle acque cristalline e scure dell’oceano, cercano rifugio e si nascondono dai loro predatori naturali. È anche il momento in cui polpi, calamari, murene e mante giganti si svegliano ed emergono dopo il tramonto in cerca di cibo. Porto con me solo l’attrezzatura da snorkeling e due torce subacquee. Conosco bene questo luogo, anche se sono solo non ho paura.

Mi immergo in un mondo nel quale regna l’armonia, dove l’equilibrio della natura funziona da milioni di anni.

Sergio Bambarén

Foto: Sergio Bambarén

Un mondo fuori dal mondo

Questo luogo magico è lontano da qualsiasi città o sviluppo umano. Non è facile da raggiungere, ma è ancora più difficile da lasciare dopo che si è diventati un tutt’uno con le creature che si osservano e giocano nelle profondità degli oceani. È un luogo di serendipità nel quale si può imparare dalla Natura quanto sia bello l’equilibrio della vita, un luogo ancora incontaminato dall’avidità o dalla mancanza di rispetto degli esseri umani.

Leggi anche:  Oceani, è caldo record. E anche nel Mediterraneo le specie sono a rischio

Un luogo nel quale si può giocare con i polpi dalla luce delle mie torce, consapevoli del fatto che io mi trovo lì solo per osservare, apprendere e giocare, senza fare del male. Le creature marine lo sanno. Gradiscono la mia presenza e mi trattano come un loro pari. Mi sento benvenuto.

 

Pianeta in crisi

Poi, man mano che mi allontano dalla riva, la realtà colpisce il mio cuore e la mia mente. Inizia il mio dolore interiore. Osservo una tartaruga soffocata dalla plastica intorno al collo. Ho scoperto un polpo a cui mancavano due braccia e che aveva degli ami da pesca impigliati in altre due. Sapevate che un polpo ha un cervello in ciascuna delle sue braccia? Riuscite a immaginare come ci si senta ad avere un amo da pesca nel cervello che non si riesce a rimuovere?

Leggi anche:  #BeatPlasticPollution, così l'Onu celebra la "Giornata mondiale dell'ambiente"

Negli anni ho visto come l’uomo sta distruggendo la natura e i suoi habitat in tutto il mondo. Plastica, pesticidi e sostanze chimiche velenose, riscaldamento climatico, inquinamento e sfruttamento eccessivo dei nostri oceani, fiumi e laghi. E ancora, distruzione delle nostre foreste pluviali, depauperamento delle risorse naturali della Terra. Aumento costante dell’uso di combustibili fossili: tutto in nome del profitto senza limiti…

Incendi boschivi in Australia

Foto: Getty Images

Ma ne vale la pena?

Verso l’Earth Day

Pensiamoci, mentre si avvicina l’Earth Day, la Giornata della Terra che si celebra in tutto il mondo, dal 1970, ogni 22 aprile. In un mondo nel quale i valori reali, fare la cosa giusta o rispettare la Natura, per alcuni non significano nulla. Il materialismo e la folle corsa al possesso di beni materiali, di cui nella maggior parte dei casi non si ha bisogno, stanno distruggendo l’equilibrio del Pianeta. Abbiamo dimenticato che siamo parte della Natura e non i suoi proprietari. Abbiamo dimenticato che se distruggiamo questo equilibrio complessivo, uccidiamo noi stessi.

Leggi anche:  Nati sotto il segno della Terra

I segni sono evidenti: alluvioni sempre più frequenti, incendi devastanti e altri fenomeni estremi che imperversano ormai ovunque, mentre la temperatura dell’atmosfera e degli oceani continua a raggiungere nuovi massimi a causa delle emissioni. Il livello degli oceani si innalza e comincia a sommergere le città costiere, mentre le calotte glaciali dei Poli si fondono inesorabilmente, portandoci prima o poi a un punto di non ritorno.

 

Alluvioni in Bangladesh

Foto: Unicef

Possiamo ancora fermare questa devastazione e invertire gli effetti che abbiamo creato?

Tempi stretti

La risposta è sì. Ma siamo in ritardo. Il tempo sta per scadere. Molti esseri umani stanno agendo per preservare e ripristinare ciò che ci è stato dato in dono: questo bellissimo pianeta blu che tutti condividiamo. Abbiamo una lunga battaglia davanti a noi, perché stiamo combattendo contro avversari forti, per i quali l’unica cosa che conta è accumulare denaro. Abbiamo già ucciso il 95% degli squali che si aggiravano negli oceani o il 98% degli stock di tonno blu che vivevano nei nostri oceani meno di cinquant’anni fa…

 

Una tartaruga marina con una busta di plastica nella ranfoteca

Foto: Getty Images

Riemergendo dalle acque…

Nel frattempo la mia immersione prosegue. Tengo fra le braccia questo polpo blu e iridescente. Rimuovo con cura gli ami da pesca aggrovigliati tra le sue braccia. Poi prendo in mano la bellissima tartaruga che ho visto e rimuovo con cura la plastica. Il suo collo presenta ferite aperte, così le applico delle alghe che so contenere antibiotici naturali. Le lascio libere. E solo per un istante sento l’eterna connessione di tutte le forme di vita che vivono in questo luogo che chiamiamo Terra. Non sento alcun odio provenire da queste bellissime creature. Non possono odiare o chiedere vendetta. Non è nel loro cuore o nella loro anima.

 

Sergio Bambarén

Foto: Sergio Bambarén

Fare la differenza

Ma mi sento grato che la vita mi abbia permesso di fare una piccola differenza oggi, di compiere un’azione utile, concreta. Raccolgo tutta la plastica e gli ami e li porto con me. Una volta usciti dall’acqua, li metto nei bidoni della spazzatura. Spero che siano riciclati e non finiscano più in mare a minacciare le specie. Poi penso: «Questo è il potere di una sola persona, cosa può ottenere questo potere moltiplicato per milioni di persone?». Tutti insieme, quelli che credono veramente che dobbiamo agire ora. Quelli che non temono l’altro potere, quello del denaro o dell’avidità, che provano ancora empatia e umanità.

Dobbiamo solo essere uniti e fare ciò che è necessario. Perché se non lo facciamo noi, chi altri lo farà?

Guarda il video dell’Earth Day 2024

Decorazione grafica

 

Condividi questo articolo: