Lentamente, sul Garda. Dove nasce l’olio più a nord del mondo Foto: travelandleisure
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Lentamente, sul Garda. Dove nasce l’olio più a nord del mondo

Una zona incantevole, ricca di cammini, antichi borghi e paesaggi mozzafiato. Vi proponiamo di scoprirla durante l’inverno, quando il grande afflusso turistico è ancora lontano. Gustando un prodotto d’eccellenza, che deriva dalla perizia di coloro che coltivano l’ulivo alla latitudine più settentrionale del Pianeta

Maria Grazia Tornisiello 5 Febbraio 2024

Simbolo di rinascita e di resilienza, ma anche di pace e di prosperità, la pianta d’olivo (Olea europaea) ci accompagna da oltre seimila anni. Originaria probabilmente dell’Asia Minore, furono i mercanti fenici a diffonderne la coltivazione in tutto il bacino del Mediterraneo e poi da lì, tra il VI ed il IV secolo a. C., grazie ai Greci, la coltura giunse fino in Italia. E oggi proprio il nostro paese vanta il maggior numero di cultivar al mondo di questa varietà, circa 540, molte delle quali sono diffuse solo in ambito regionale.

 

Foto: Getty Images

La differenza risiede nella quantità della produzione: 200 quintali di olive provengono dal sud contro i 50 dal nord della Penisola.

Clima e paesaggio

A compensare questo divario ci pensa però la qualità tipica. Basti pensare agli olivi coltivati fra la sponda veneta e quella lombarda del Lago di Garda. Posizionati alla latitudine più a nord del mondo, godono dell’influenza benefica del clima temperato che ha permesso di ricavare un prodotto d’eccellenza, tanto che l’olio gardesano ha ottenuto la Denominazione d’origine protetta (Dop).

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Un traguardo importante, oggi messo a dura prova dagli effetti del riscaldamento globale che ha comportato notevoli riduzioni nel raccolto degli ultimi anni. Ma proprio la qualità dei luoghi e dei processi produttivi rappresenta la maniera migliore per tutelare questa eccellenza. Lo ribadisce anche  Simone Padovani, presidente del Consorzio di Tutela dell’Olio di Garda Dop:

 

Simone Padovani

«È solo grazie all’impegno quotidiano dei nostri olivicoltori se sul Garda nasce uno dei prodotti più apprezzati in Italia e all’estero. Un lavoro che contribuisce a mantenere, tutelare e valorizzare quei paesaggi che rendono celebre il nostro territorio».

Degustazioni preziose

Un territorio che accoglie viaggiatori durante tutto l’anno attratti non solo dal patrimonio naturalistico e culturale, ma anche da quello gastronomico. Gli amanti dell’olio, per esempio, possono assaporarne il leggero sapore fruttato sopra un bel piatto di zuppa di pesce, seguire dei corsi di degustazione oppure, quando è il momento, visitare i frantoi ed assistere alla raccolta delle olive. Durante la stagione invernale, invece, quando il lago sonnecchia un po’ ed il brusio della folla è ancora di là da venire, è piacevole fare lunghe passeggiate alla scoperta di scorci inaspettati e godere della tranquillità della natura circostante.

 

Olio del Garda

Foto: Consorzio Olio del Garda dop

Sulle orme di Sant’Ercolano

Proprio per chi voglia trascorrere una giornata a ritmo lento, da un paio d’anni, sulla sponda occidentale del Lago di Garda, nella provincia bresciana, è nato il Cammino di Sant’Ercolano. Il cammino il cui nome rende omaggio al santo che fu vescovo di Brescia parte da Bezzuglio, una piccola frazione del comune di Toscolano Maderno. Si attraversa un territorio molto vasto ed eterogeneo disseminato di boschi, vecchie case in pietra, antiche chiesette e borghi rurali. Poi, dopo aver costeggiato degli uliveti e superato una cascatella, si giunge nei pressi dell’abitato di Sanico che ospita all’interno dell’area cimiteriale la Chiesa di San Martino Tours oggi purtroppo inagibile a causa del terremoto  utilizzata come lazzaretto tra il ‘600 ed il ‘700.

 

Archeologia e natura

Da questo cimitero di campagna si gode di uno splendido panorama sul lago, reso ancor più emozionante dalla sacralità del luogo. Proseguendo oltre si arriva alla Valle delle Cartiere con il suo Museo della Carta. Importante centro di produzione cartaria dal Medioevo al ‘900, la Valle è un affascinante sito di archeologia industriale in cui immergersi in un vero e proprio viaggio nel tempo. Poco distante, alle falde del Monte Castello su una piana storicamente coltivata ad uliveto, si trova il centro storico di Gaino, uno dei pochi paesi dove le campane sono ancora suonate a mano dai campanari col cosiddetto Sistema veronese, una tecnica che permette l’esecuzione di brani musicali.

 

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Verso il santuario

Al termine di una salita tra ulivi e mulattiere, si erge il Santuario della Madonna di Supina, il cui nucleo più antico risale al 1460. All’interno, il soffitto è costituito da 72 formelle lignee dipinte a tempera. Lungo il percorso che conduce a Toscolano Maderno, fanno capolino torrentelli, muri di cinta, edicole votive e fontanelle di acqua potabile. Una volta giunti all’antico porto, che tra il ‘400 ed il ‘700 fu un importante centro di smistamento della carta e del ferro e dal quale un tempo partivano ed arrivavano le imbarcazioni per Venezia, ci dirigiamo verso il mare e non possiamo fare a meno di notare il Lido degli Ulivi, una spiaggia di ghiaia e prato dal nome evocativo.

 

Foto: Consorzio Olio del Garda dop

E in lontananza pare di sentire le fronde degli ulivi che si agitano nel vento e di vedere i riflessi argentei delle foglie che ondeggiano al sole.

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