Un territorio dalle caratteristiche inconfondibili, la cui identità si lega a filo doppio con le risorse che la composizione geologica gli ha donato, quei filoni di pirite, lignite, rame, argento e altri minerali che durante i secoli, a gran fatica, sono stati portati alla luce.
«Non a caso quelle qui intorno si chiamano ancora oggi Colline metallifere»
racconta Enzo Tonini, 76 anni, figlio di mezzadri, da sempre alla guida di trattori e mietitrebbie, poi consigliere comunale 15 anni fa nella sua Gavorrano (Gr) e oggi presidente del neonato biodistretto “Colline della Pia”.
Risorse nel suolo
La sua è una voce preziosa, che racconta la memoria di queste zone comprese fra Grosseto e Livorno che dal suolo, nelle sue diverse stratificazioni, hanno avuto tutto: sia attraverso l’industria mineraria che qui è stata fiorente fino agli anni Cinquanta, sia attraverso un’attività agricola di pregio che oggi rappresenta la cifra più importante per il territorio. Un progetto che proprio il biodistretto punta a cogliere nella sua dimensione più autentica: «Il nostro obiettivo – riprende Tonini – è innanzitutto quello di rafforzare l’alleanza fra i diversi soggetti che ne fanno parte, vale a dire gli enti locali e le imprese, per migliorare lo sviluppo e valorizzare le risorse che custodiamo. Ma lo scopo trainante è innanzitutto quelli di salvaguardare la struttura sociale dei nostri luoghi in sintonia con l’ambiente e la tradizione storica».
Nel nome di Pia
Il nome del biodistretto, istituito nel 2021, chiama in causa Pia de’ Tolomei, la nobile senese vittima di femminicidio che Dante incontra nel celebre episodio del Purgatorio. Si estende su tre comuni della provincia di Grosseto, vale a dire Gavorrano, Massa Marittima e Roccastrada, caratterizzati da un paesaggio sostanzialmente agro-forestale e poco antropizzato, dove si pratica un’agricoltura tradizionale, gestita in larga parte da piccole aziende. La viticoltura e l’olivicoltura rappresentano le produzioni prevalenti, cui seguono cereali, legumi, orticole, frutticole e zafferano. Lo scenario però si sta complessificando, nell’ottica dell’azienda multifunzionale, come spiega ancora Tonini:
«Alcune imprese stanno già attuando il processo di trasformazione e confezionamento delle loro produzioni Inoltre il territorio, caratterizzato da piccole realtà distribuite su colline di alto valore storico e paesaggistico, ha permesso di integrare l’attività agricola con quella dell’ospitalità».
Non a caso già oggi le aziende del biodistretto dispongono di circa 200 posti letto di gamma medio alta. Offrono inoltre diverse possibilità di ristorazione, in ambienti particolarmente suggestivi.
Opzione bio
La scelta vincente ovviamente è quella del biologico: «Un ambiente gestito secondo questi criteri biologici, crea le condizioni per vivere in un contesto meno esposto all’inquinamento. Perciò l’aspettativa nelle comunità che vi risiedono è quella di godere dei vantaggi di maggiore qualità ambientale». Un’opzione che, dal punto di osservazione del biodistretto, è sempre più gettonata, almeno fra quanti arrivano da fuori: «Riscontriamo un interesse crescente per il biologico tra coloro che vengono a soggiornare da noi. A livello locale il consumo di questi prodotti invece è ancora ad un livello di nicchia. Occorre da parte di tutti noi uno sforzo divulgativo per consolidare il valore positivo e curare noi stessi attraverso la qualità del cibo che consumiamo».
Ricominciare dalle comunità locali
La sfida, allora, è proprio quella di rendere le comunità locali protagoniste di questa metamorfosi, seminando nelle diverse generazioni la cultura del cibo sano e sostenibile. Anche attraverso le scuole, già coinvolte nel cammino del biodistretto, tanto che il logo di “Colline della Pia” è frutto del lavoro creativo di alcuni ragazzi e dei loro insegnanti.
Ma siamo solo all’inizio, ricorda il presidente Tonini: «La creazione del logo è solo un punto di partenza verso una collaborazione attiva con gli studenti e le famiglie, che porti a conoscere i processi di produzione e trasformazione dei prodotti biologici locali». E a pensare in questi splendidi luoghi la propria realizzazione:
«Il biodistretto rappresenta un’opportunità sul piano personale e professionale per il futuro chi vi abita, attraverso un’agricoltura responsabile e rispettosa dell’ambiente».