Al solo nominarli si pensa subito a svago e relax, tra palme, spiagge dorate e acque cristalline. Eppure la bellezza che ha reso molte zone di questi angoli paradisiaci dell’asse terrestre così celebri e ambite dai turisti, oscura tutta la loro complessità. È per questo che la Giornata Internazionale dei Tropici, fissata dall’Onu al 29 giugno, è fondamentale per ricordare quanto siano importanti queste aree del pianeta.
Sia perché sono minacciate dal cambiamento climatico, sia perché rischiano di essere sfruttate in maniera insostenibile.
Dove sono i Tropici?
Tecnicamente i tropici sono i due paralleli che si trovano alla latitudine 23°26’16″ a nord (Tropico del Cancro) e a sud (Tropico del Capricorno) dell’Equatore: è la latitudine dove il sole, rispettivamente il 21 giugno a nord e il 21 dicembre a sud, raggiunge il suo zenit. Dal punto di vista geografico, la fascia tropicale nord comprende le isole dei Caraibi, la parte meridionale del Messico e poi Colombia, Costarica, Capoverde e Venezuela. Include una parte del continente africano che ingloba anche un tratto del mar Rosso, il Sud dell’Asia con paesi come lo Yemen, lo Sri Lanka, le Maldive, la Thailandia e le Filippine.
Nella fascia a sud, invece, si trovano il Brasile e il Perù, la Polinesia, l’Africa centro-meridionale e ancora Zanzibar, l’Indonesia, il nord dell’Australia e altre terre affascinanti.
Rischio climatico
Il clima dei Tropici non ha l’alternanza delle stagioni tipicamente europea, ma vede un susseguirsi di stagioni torride e secche a stagioni più umide. Soltanto vicino all’equatore la differenza tra i due periodi è pressoché nulla. Le zone tropicali sono anche quelle dove si trovano alcuni tra i paesi più poveri e, proprio a causa della loro conformazione geografica, più colpiti dagli effetti del riscaldamento globale.
Tra i risultati degli stravolgimenti climatici in atto, c’è la cosiddetta “tropicalizzazione”, l’espansione delle caratteristiche climatiche dei Tropici verso il Mar Mediterraneo. I tropici hanno infatti una zona centrale umida, con abbondanti precipitazioni, mentre le regioni più marginali, sia a nord che a sud, sono aride e calde. A causa dei cambiamenti climatici queste ultime si stanno avvicinando sia nell’emisfero settentrionale, includendo la California meridionale, sia in quello meridionale.
Guarda il video ufficiale della Giornata mondiale dei tropici
Ricchissimi e fragili
Sono ormai tanti gli studi e i pareri di esperti giunti a queste conclusioni studiando, ad esempio, gli incendi della California e dell’Australia, nonché il fenomeno della crescente siccità nel Mediterraneo. I tropici sono noti per le temperature costantemente calde e le piogge frequenti e ospitano circa l’80% della biodiversità mondiale nonché oltre il 95% dei coralli e delle mangrovie del mondo. Vantano anche alcune delle culture più diverse e interessanti del mondo. Secondo molte ricerche, si prevede che metà della popolazione mondiale chiamerà casa i tropici entro il 2050. È quindi più importante che mai proteggere questi ecosistemi unici e fragili. E salvaguardarne la biodiversità arginando l’impatto dei cambiamenti climatici.
Non solo per non rovinare la “festa” ai turisti occidentali, ma per preservare la salute di chi vi abita e quella di tutto il Pianeta.
2⃣9⃣June is International Day of the Tropics 🌴
By 2050, the region will host most of the world’s people and two-thirds of its children. Find out more: https://t.co/3qSdyfKA2K
#WeAreTheTropics and #TropicsDay
📷UN Photo/Evan Schneider pic.twitter.com/xdvOD2XrGn— Journal of the United Nations (@Journal_UN_ONU) June 29, 2023